il nostro manifesto

 Se la necessità deve essere il motore di ogni azione umana, se la propria professione coincide e si nutre della consapevolezza della condizione di essere umano, calato in uno spazio e in un tempo, allora, questa nuova associazione ha un senso.

Abbiamo sentito la necessità di questa associazione perché non sentiamo che ci sia né una realtà sociale, né una realtà lavorativa, alla quale aderire e nella quale potersi rispecchiarsi.

Non ne siamo orgogliosi, perché così, anche noi ci sentiamo di frammentarla quella realtà.

Ognuno è oggi portatore di una verità assoluta che nasce e termina in se stesso.

Non esiste alcuna cultura di riferimento.

E per cultura, parola che provoca spesso ansia e fastidio, si intende semplicemente avere delle radici da qualcuno prima di noi che ha detto o fatto qualcosa che stimiamo e che ci ha dato dei binari su cui costruire; binari che possono (e devono) essere messi in discussione, ma dai quali si sente la necessità e il piacere di procedere.  

Il fine di questa associazione sarebbe proprio 

- ma davvero!- quello di chiudere i battenti, avendo contribuito, anche se in minima parte, ad una restaurazione culturale e sociale; e in quella potersi finalmente rispecchiare.

Appartenere ad una collettività come uomo e come lavoratore, e sentire i diritti e i doveri che ne derivano, come un fatto naturale e non dovuto, questo è il fine. 

 

L'associazione culturale "Un mestiere a bottega - direzione dell'attore - " convocherà professionisti che hanno avuto il privilegio di essere a contatto con i maestri del teatro e del cinema e cercherà attraverso di loro di “restaurare il mestiere”, di ritornare a quel lavoro "di bottega" fatto di fatica e attenzione;

offrirà ai suoi soci, soprattutto i mezzi tecnici e pratici per poter affrontare le diverse discipline del cinema e del teatro.

 

Lo sappiamo, è un progetto ambizioso e speriamo di cavarcela.